VISHUDDA IL QUINTO CHAKRAPubblicato martedì 12 maggio 2015
Il suo nome in sanscrito significa “purificare”. L’uomo comune accede per la prima volta alla saggezza, grazie al quale muore interiormente al piano umano per rinascere al divino. Sul piano fisico corrisponde alla gola, alle corde vocali, alle orecchie e al senso dell’udito, qui si esprime tutto ciò che è vivo in noi, il pianto, il riso, la gioia, il dolore, l’amore, l’aggressività e la paura. Qui si incontrano i due piani d’energia, i due binari della nostra esistenza: il piano orizzontale, cioè la vita, dalla nascita alla morte; e il piano verticale: interscambio tra cielo e terra. Si ha un funzionamento in eccesso quando si hanno atteggiamenti impulsivi, di repressione e di chiusura mentale. Il senso di colpa diviene il sentimento dominante, il guardiano della soglia. Questo chakra impedisce di esprimere il vero io. Il blocco di questo chakra è la mancanza di aperture verso l’alto. Si ha un funzionamento carente quando si dimostrano atteggiamenti di timidezza, riservatezza e il primo impulso è di fuggire dal contatto sociale e di celare completamente il proprio io. Sentendosi al di fuori della propria anima, non ha abbastanza autostima per credere alle proprie intuizioni. Viene rappresentato da un grande loto azzurro a sedici petali, con al centro un triangolo capovolto, simbolo del fuoco generatore e trasformatore. Molti sono i doni legati all’attivazione di Vishuddha: la rigenerazione dei tessuti, il ricambio cellulare, favorito dal suono. Promuove le visioni del passato, presente e futuro e la capacità di comunicare telepaticamente. Per garantirgli uno sviluppo armonico è consigliato danzare, cantare, espirare ogni volta che la gola si chiude davanti ad un’emozione o ad un timore improvviso. Ripetere il suono della sillaba sacra HAM, fare meditazione o yoga. |

