IL GIUDIZIO UNIVERSALE

Pubblicato giovedì 21 gennaio 2016

Il Giudizio Universale STUDIO PADME

La carta del Giudizio porta il numero venti negli Arcani Maggiori.

Viene rappresentata da un angelo che suona la tromba e torna per annunciare il giudizio finale, mentre un uomo tenta di uscire fuori da una tomba. L’angelo è stato paragonato all‘arcangelo Michele che arriva per il momento della verità, del giudizio finale.

Il percorso che ci porta a questa carta non è stato facile perché, l’uomo ha dovuto superare le prove che il suo cammino terreno gli ha messo davanti. Dapprima ha dovuto capire come potersi relazionare con il mondo esterno, cercando di utilizzare tutti gli elementi che fanno parte del suo bagaglio: intelligenza, concretezza, azione e sapienza.

Ma come un bambino ha ragionato in modo egoistico. Quando ha ottenuto e capito come avere una stabilità materiale, ha sentito che il vuoto dentro di sé era dettato da qualcosa che non si poteva né comprare, né plasmare a livello fisico.

Il percorso che ha dovuto fare è stato imposto da una crisi esistenziale. Chi non si è mai trovato davanti alle famose frasi: chi sono? Cosa faccio qui sulla terra? Ecc..

La sua introspezione l’ha portato alla conoscenza, ma soprattutto alla consapevolezza che per poter rispondere alle famose frasi, bisogna leggersi dentro. Le risposte le possiamo trovare solo dentro di noi.

 Questo suo cammino interiore gli ha mostrato la luce per come meglio potersi relazionare con gli altri,cercando di far capire ciò che lui per primo aveva appreso. Ognuno segue le proprie credenze, ma una cosa accomuna tutte: il giudizio universale.

Quando si parla di occhio per occhio o non fare ad altri ciò che non vuoi che venga fatto a te, ci collega immancabilmente ad una legge karmica che impone l’equilibrio su ogni cosa.

Per poter giungere alla carta del Giudizio l’iniziato deve saper accettare le prove che gli vengono poste davanti senza cercare di andare controcorrente, ma capirne il perché. È più facile farsi trascinare dalla corrente, che andargli contro.

Questa è un po’ la nostra vita.

Quando pensiamo che ciò che ci capita non è giusto e non va come vorremmo, dobbiamo fermarci e percepire i segnali che ci vengono dati. Per la maggior parte delle volte si capisce sempre dopo ciò che era migliore per noi. Le scelte che ci vengono imposte servono per chiudere ed aprire nuove porte. Dietro di noi vengono lasciate le zavorre che impediscono il nostro miglioramento, la nostra evoluzione e si inizia a percorre un nuovo sentiero.

L’iniziato potrà disporre del libero arbitrio solo quando sarà pronto a rinascere a nuova vita, oltrepassando quel filo invisibile che unisce il mondo materiale a quello spirituale. Come simboleggia il Giudizio dell’arcano, per essere pronti ad affrontare l’inaspettato, dobbiamo strappare il velo che nasconde la nostra coscienza e quindi conoscere noi stessi.

Solo così si potrà comunicare con il Divino.